Come spesso accade in questi casi, non ci sono certezze assolute riguardo quale sia l’esatta collocazione geografica della nascita del ravanello - pianta appartenente alla famiglia delle Brassicacee, ma sembra sia identificabile con le zone più orientali dell’Asia, Cina e Giappone.
Nel grande paese asiatico infatti si trovano il maggior numero di varietà legate a questa pianta, conosciuta e nota da millenni all’uomo - come dimostra il fatto che fosse presente anche durante la costruzione delle piramidi in Egitto, consumato insieme agli spicchi d’aglio. Anche i greci e i latini ne conoscevano le virtù e lo usavano per calmare la tosse e per facilitare la digestione, mentre nel nostro Paese le aree più importanti di coltivazione sono il Lazio e la Campania. Esistono varie tipologie di ravanello: tondeggiante, la più diffusa, di colore rosso e che può avere la punta della radice bianca; mezza-lunga, dalla radice lunga; allungata, dalla radice lunga con una forma cilindrica. Una selezione locale tipica è il Ravanello Lungo di Torino.
Ravanello: proprietà e benefici di un alimento spesso sottovalutato
Ci sono tanti articoli interessanti a riguardo, che parlano di come inserire questo alimento nella propria dieta cercando di “premiare” e di valorizzare le proprietà di un prodotto che spesso viene sottovalutato. Il primo, a cui in molti guardano, è quello di favorire la perdita di peso - perché povero di calorie e carboidrati, oltre a essere totalmente privo di grassi. Non ce ne sono, neanche a cercarli, ma placa il senso di fame. Gran bel vantaggio. Non solo quello però: regola la salute dei reni, con un mix di azione disinfettante e diuretica che allevia problematiche che soprattutto con l’andare avanti dell’età potrebbero complicare le cose. I ravanelli poi sono ottimi per chi soffre di diabete, come prevenzione alimentare contro le malattie oncologiche e ritardano l’invecchiamento della pelle. Infine, purificando il sangue da tossine e dai rifiuti, permettono allo stomaco e al fegato di funzionare decisamente meglio. Insomma i benefici del consumo dei ravanelli sono diverse.
Ravanello, come cucinarlo: alcune idee di ricette da poter realizzare
Nel nostro Paese (ma non solo), uno dei modi più utilizzati per mangiare i ravanelli è soprattutto a crudo - in insalata o in pinzimonio. Per mantenere la radice ben croccante, il trucco è quello di immergere i ravanelli in abbondante acqua fredda per qualche ora - così facendo saranno ottimi anche se inseriti in una pasta fredda estiva con altre verdure a crudo. Un modo sfizioso e divertente soprattutto per farle mangiare ai bambini è quello di preparare delle chips di ravanello: affettate a rondelle sottili, condite con olio, sale, pepe o spezie e infornateli tra due fogli di carta da forno fino a quando non saranno croccanti. Non bisogna aggiungere molto altro per non farne variare il sapore.
Delle ricette invece in cui il ravanello non è protagonista, ma diventa comunque un supporto fondamentale per il piatto, abbiamo scelto di affidarci all’insalata di seppie, che prevedono quindi l’utilizzo di almeno un kg del pesce, insieme a 220 grammi di sedano, 200 grammi di carote, succo di limone e ovviamente anche i ravanelli. Per prepararle bisogna portare a bollire l’acqua e inserire le seppie già pulite: fare andare il fuoco medio-alto per 15 minuti e poi scolarle e farle raffreddare in ciotola, mentre a parte si prepara l’insalata. Carote, sedano e ovviamente ravanelli vengono lavorati e inseriti in un contenitore, a cui poi aggiungere un mix di olio d’oliva e succo di limone per dare il giusto sprint anche all’insalata. Alla fine non bisogna fare altro che aggiungere le seppie e il piatto è pronto: un ottimo compromesso da poter conservare per un giorno in frigo per un consumo dilazionato, ma del quale si sconsiglia vivamente il congelamento dopo aver cotto la seppia.