Tra i tanti aspetti legati più o meno in maniera diretta al cibo che riguardano il business di OrtoRomi, uno dei più rilevanti è certamente quello legato alla IV Gamma e un giro d’affari che nel 2022 ha superato i 119 milioni di euro - diventando così una delle aziende principali nel mercato delle insalate già lavate, delle zuppe, dei piatti pronti, degli estratti freschi di frutta e verdura.
Una gamma di prodotti decisamente vasta, che richiede soprattutto una lavorazione tra selezione, preparazione e conservazione per garantire la migliore qualità possibile: per farlo il percorso da coprire e il viaggio da fare è decisamente lungo: parte dai campi di OrtoRomi e arriva all’interno delle buste distribuite per la vendita. Nel mezzo, decine di passaggi e di lavorazioni, che proveremo di seguito rapidamente a raccontarvi.
Dalla terra alla tavola: il grande viaggio delle nostre insalate
Immagina 800 ettari di terra, sparsi in tutta Italia, dove crescono le nostre insalate: Un’immensa distesa verde, suddivisa tra campi all'aperto, dove le nostre piante prendono il sole, e serre super tecnologiche, dove vengono coccolate come delle vere star. Tutto inizia con la scelta dei semi migliori, quelli che promettono di ottenere le insalate più croccanti e gustose. Poi, con cura e passione, li seminiamo e li vediamo crescere, seguendo regole precise per rispettare l'ambiente e garantirti un prodotto sano: ad esempio, viene utilizzata l'acqua con parsimonia, perché anche le piante hanno bisogno di “fare la doccia”, mentre per difenderle dagli insetti, preferiamo metodi naturali, senza ricorrere a sostanze chimiche aggressive. Una volta pronte per la raccolta, le nostre insalate vengono subito messe al fresco, come dopo una giornata al mare, per mantenere intatte tutte le loro proprietà. E poi, via verso il magazzino, dove ricevono un codice a barre personale per essere rintracciate in ogni momento del loro viaggio e per permettere di avere il controllo migliore su quanto prodotto.
Prima di arrivare sulla tavola di milioni di consumatori però, le nostre insalate devono superare un esame di ammissione molto rigido: vengono pesate, misurate, spazzolate e addirittura sottoposte a una sorta di raggi X per scovare eventuali intrusi indesiderati. Solo quelle che riescono a superare tutte le prove ottengono il diploma e possono proseguire il loro percorso. Mentre quelle che vengono “rimandate” o non rispondono a tutte le caratteristiche necessarie? Niente paura: viene riciclata in modo intelligente, magari per creare del compost e nutrire le nuove piantine. Insomma, dalle nostre mani alle tue, le nostre insalate passano attraverso un percorso lungo e articolato, ma sempre con un sorriso. Perché per noi, coltivare significa anche prendersi cura della natura e delle persone che gustano i nostri prodotti.
Il processo - dal bagno in acqua alla selezione - che porta a imbustare l’insalata
Dopo aver superato quello che abbiamo definito esame di ammissione, le insalate vengono sottoposte a un trattamento di bellezza decisamente particolare: la mondatura, con un team di esperte “estetiste” che si occupa di togliere le foglie più esterne, quelle un po' stanche e meno belle. È un lavoro certosino, un po' come fare una selezione di bellezza e qualità, ma su scala industriale. Perché tanta cura? Semplicemente perché vogliamo che le nostre insalate restino fresche più a lungo possibile: le foglie esterne, infatti, invecchiano prima e potrebbero rovinare tutto il cespo. È un po' come buttare via le foglie più esterne di una lattuga: sembra poco, ma può fare la differenza sulla tenuta del prodotto. Dopo questa lunga selezione quindi, le insalate vengono lavate a fondo in tre vasche piene di acqua e un po' di disinfettante.
È come un bagno rinvigorente: l’acqua che viene usata non va sprecata, viene riciclata e riutilizzata per pulire gli impianti. L’attenzione all’ambiente infatti resta ormai il focus principale, anche quando si tratta di lavare le insalate: quelle più grandi vengono poi tagliate a pezzetti, mentre quelle baby rimangono intatte. Tutte, però, vengono asciugate accuratamente, come dopo una giornata al mare, per evitare che si formi della brutta muffa. Infine, le nostre insalate vengono confezionate con cura, ognuna nel suo sacchetto, pronte per partire alla conquista dei frigoriferi di tutta Italia. È un processo lungo e complesso, ma ogni passaggio è fondamentale per garantirti un prodotto fresco, sicuro e gustoso.
Tutti gli accorgimenti da prendere per garantire la massima qualità
Tutti passaggi che vanno compiuti con il massimo dell’attenzione e soprattutto seguendo dei protocolli rigidi, visto che OrtoRomi aderisce a diverse certificazioni, tra cui:
- UNI EN ISO 22005 – Certificazione del Sistema di Rintracciabilità nella Filiera Alimentare che si estende dal seme fino alla consegna del prodotto finito e confezionato
- GLOBAL GAP Good Agricultural Practices – standard volontario per la certificazione di prodotti agricoli in tutto il mondo. Fornitori del comparto agroalimentare garantiscono l’affidabilità e qualità dei loro prodotti secondo standard internazionali comuni.
- DTP 021 – Prodotto a lotta integrata. Prodotti ortofrutticoli (freschi e trasformati) ottenuti secondo tecniche di produzione integrata con residuo di fitofarmaci ammessi sulla coltura ridotti del 70% rispetto al limite massimo ammesso (LMR).
- IFS FOOD Standard – esamina i prodotti e i processi di produzione per valutare la capacità di un produttore alimentare di produrre prodotti sicuri, autentici e di qualità, in conformità ai requisiti legati alle specifiche del cliente.
- BRC (British Retail Consortium) – standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti agroalimentari. Obiettivo di questa certificazione è assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari proposti ai consumatori.
Insomma, un apparato molto articolato che, nel complesso, ha lo scopo di immettere sul mercato alimenti sani e sicuri, oltre che di elevata qualità.