L’odore non è mai stato piacevole, ma ne è sempre valsa la pena: preparare i cavolfiori garantisce in cucina l’opportunità di dare un tocco e una marcia in più a piatti che di solito - utilizzando altre verdure - non riescono ad avere quel passo e quella piacevolezza come sapore e a contatto con il palato.
Ma da dove deriva cavolfiore? È una delle varietà più comuni del cavolo e prende il nome dall’indicazione latina che era “caulis” - cavolo - e “floris” - fiore. Componente della famiglia delle Crocifere, è arrivato da noi in Europa dal Medio Oriente - sbarcando in Italia già due millenni fa, visto che vi sono diverse tracce nella cultura romana che riportano come fosse consumato e apprezzato nella Roma imperiale del tempo. La sua diffusione così generalizzata all’interno delle colture di mezzo mondo è figlia dell’impulso dato da Luigi XIV di Francia, che ne era goloso e lavorò affinché si espandesse il più possibile la coltivazione del cavolfiore.
Proprietà e benefici del cavolfiore: una possibile distinzione viene fatta in base al colore
Tra le tante proprietà che i cavolfiori garantiscono a chi li consuma e li inserisce nella propria dieta, si possono distinguere per effetto anche in base al colore. Il più comune è il cavolfiore bianco, quello con le foglie verdi, che siamo abituati a trovare sui banchi dei mercati e che consumiamo più di frequente. Ma esistono anche altre varietà, scopriamo insieme quali sono quelle meno conosciute e quali benefici possono portare:
- Cavolfiore verde, chiamato anche cimone, rimane verde perché le sue foglie non si chiudono del tutto. Per questo motivo, sviluppa la clorofilla, una sostanza molto importante per la produzione di emoglobina e garantendo così un apporto fondamentale per il nostro sistema immunitario.
- Cavolfiore giallo è ricco di betacarotene: questo importante antiossidante è utile soprattutto alla salute degli occhi e della pelle.
- Cavolfiore viola è un incrocio tra cavolo broccolo e cavolfiore comune: conosciuto anche come Violetto di Sicilia, è ricco di carotenoidi e antociani, che svolgono la funzione di antiossidanti. È proprio agli antociani che deve il suo colore viola. Gli antociani sono sostanze in grado di ridurre i radicali liberi, di proteggere i capillari e di prevenire le infezioni. Inoltre, esercitano un’azione di contrasto nei confronti dei processi cancerogeni.
Cavolfiore, come cucinarlo? Non possono mancare le polpette
Nelle stagioni fredde quindi il cavolfiore diventa uno dei protagonisti della nostra tavola e merita per questo di essere trattato con particolare attenzione e avendo cura dei prodotti che gli vengono accostati per esaltarne un sapore già di per sé molto accentuato. Ricco di potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico e vitamine, a livello nutrizione il cavolfiore diventa un ottimo palliativo per “tappare i buchi” di diete che magari non sono sempre equilibrate. Noi qui volevo proporre una ricetta semplice come quella delle polpette che, da sempre, va a colpo sicuro non tanto e non solo con i più piccoli, ma che garantisce grandi sensazioni anche quando viene a contatto con il palato degli adulti. Quali ingredienti servono? Ci vogliono 650 grammi di cavolfiore pulito, 250 grammi di patate, 70 grammi di Parmigiano Reggiano Dop, tre uova, pangrattato, olio, timo e sale. Quindi, il primo passaggio è quello di lessare le patate che poi vengono lavorato nelle schiacciapatate quando sono ancora calde, mentre cuocete anche il cavolfiore e in acqua bollente per 15-20 minuti, in modo che rimanga un po’ croccante. Poi si uniscono le due preparazioni: si tritano insieme cavolfiori e patate, con un po’ di timo, e si unisce anche l’uovo con il parmigiano grattugiato, il sale e il pepe: questa è la nostra base per formare le polpette che, una volta pronte, non possono che essere fritte in olio ben caldo. L’alternativa più light è il forno a 175 gradi per circa 15 minuti, nel caso in cui si fatichino a digerire dei cibi fritti.